Ben sappiamo quale sia l’atteggiamento prevalente da parte delle Banche Centrali per combattere il “pericolo” n. 1 per la crescita economica, vale a dire l’inflazione. Rimangono, peraltro, delle eccezioni non da poco: il caso più rappresentativo è quello della Bank of Japan, che non più tardi della settimana scorsa ha deciso di lasciare invariati i tassi, confermando il livello massimo dello 0,25% sulle durate 10 anni, lasciandosi la possibilità di comprare quantità importanti di titoli (non solo bond governativi ma anche equity attraverso Etf). Decisione che se da una parte aiuta i mercati e le imprese, dall’altro penalizza il cambio. Non a caso lo yen ha subito una svalutazione mai vista in precedenza: se prendiamo il confronto con il $, dall’inizio dell’anno siamo a – 23,5% (siamo passati da 103,19 yen vso $ a inizio anno agli attuali 134,92 di venerdì). E quindi dire che la strategia monetaria messa in atto dalla Banca Centrale, per un Paese costretto ad importare energia e materie prime, forse è la più corretta può sembrare un’affermazione non appropriata. Vero è che lo yen debole aiuta l’export, ma è altresì vero che i costi dell’import sono cresciuti vertiginosamente.
Peraltro, relativamente all’Europa e osservando le dinamiche dei prezzi delle materie prime, qualche dubbio sull’efficacia del rigore monetario imposto dalla BCE può venire.
Dal gennaio 2020, il mese precedente allo scoppio della pandemia nel mondo (o per lo meno dalla sua ufficializzazione), alla settimana scorsa i rincari sono stati eccezionali. Il più clamoroso riguarda il gas naturale europeo, salito del 646% (e siamo ben lontani dal picco massimo avuto nelle settimane successive allo scoppio della guerra). Ma in assoluto non c’è da stare molto allegri: l’elettricità nel nostro Paese è salita del 360% (media UE + 337%). L’olio di soia è cresciuto del 155%, il cobalto del 138%, il cotone del 120%, l’olio di semi di girasole del 118%, il mais del 111%, il petrolio del 104, il grano del 101. Questo per rimanere ai prodotti cresciuti oltre il 100%. Ma l’elenco diventa interminabile se osserviamo l’universo delle materie prime: acciaio, rame, zinco, alluminio, ferro, etc, tutti hanno subito aumenti a 2 cifre.
Ecco quindi che la Banca Centrale europea dovrà molta attenzione alla tipologia di interventi e “all’arsenale” che vorrà utilizzare. Il rischio è che il risultato ottenuto dall’attivazione di politiche di maggior rigore monetario non sia quello sperato, con i prezzi che rimango alti e un rischio recessivo-stagflattivo sempre più probabile.
Diventa ogni giorno più evidente che il miglior antidoto sarebbe la fine del conflitto ad est della UE. Conflitto che assume sempre più i connotati della “stanzialità”, con le posizioni che si fronteggiano senza che una sia in grado di prendere il sopravvento, o per mancanza di armi e di uomini (l’Ucraina) o per strategie che si sono rivelate errate (la Russia), allungandone la durata. Fatto sta che ci si trova in una posizione di stallo, con le diplomazie al momento bloccate. Che potrebbe anche questa una strategia: mi siederò al tavolo solo quando potrò farlo da un punto di forza, e quindi avrò costretto il nemico ad arrendersi o a prolungare a tal punto il conflitto da non poterne più sopportare i costi ovvero da avere un’opinione pubblica “interna” che inizia a dare segnali di rivolta verso il regime.
Il tutto mentre il nostro Paese si trova alle prese con un’altra grave crisi, non solo imprevista, ma molto difficile da combattere: quella idrica, con i nostri fiumi e i principali bacini fluviali e lacustri ai livelli più bassi di sempre. L’impatto sull’agricoltura e sulla produzione di energia sta diventando gravissimo, e di certo non aiuta a combattere i prezzi dei prodotti agricoli (già in gran parte rincarati per l’aumento delle materie prime necessarie per la loro coltivazione).
Una cosa è certa: Draghi sarà chiamato ad ulteriori accantonamenti finanziari, dopo quelli miliardari per abbattere i prezzo dei carburanti annullando l’accise, con continue proroghe (oramai si parla di oltre € 10MD), e con ulteriori sostegni alle famiglie. La revisione al ribasso del PIL e la salita dei tassi ovviamente non aiutano. Ecco perché diventa importante far si che lo spread rimanga a livelli accettabili (venerdì si era riportato sotto i 200bp), in modo da consentire al nostro Tesoro di finanziarsi a costi sostenibili.
La settimana si apre con gli indici asiatici ancora una volta “non allineati”: negativa la borsa di Tokyo (– 0,74%) mentre Shanghai e Hong Kong “vivacchiano” intorno alla parità.
Futures che indicano aperture positive (per quanto Wall Street oggi rimarrà chiusa per festività).
Dopo il – 6% di venerdì, si stabilizza il prezzo del petrolio, con il WTI a $ 108,5 (+ 0,42%).
Gas naturale USA a $ 6,73 (- 3,23%).
Oro senza particolari spunti, a $ 1.845.
Spread in leggera risalita, a 204,7 bp. Parte oggi il collocamento (sino a mercoledì 22 pv, salvo chiusure anticipate) del nuovo BTP Italia. Caratteristiche principali: durata 8 anni, tasso minimo garantito 1,6% (quello definitivo, comunque non inferiore, verrà fissato giovedì), oltre, ovviamente, all’inflazione (FOI, che indica i consumi delle famiglie,attualmente, per l’Italia, al 6,8%), premio fedeltà 0,4% per chi lo detenesse 4 anni, ulteriore 0,6% se lo si tiene sino a scadenza.
€/$ a 1,053, con € in leggero recupero.
Cerca di risalire la china il bitcoin: dopo aver toccato, nella giornata di sabato, i $ 17.000, questa mattina supera, seppur di poco, i $ 20.000.
Ps: se la “motor valley” italiana ieri non ci ha regalato grandi soddisfazioni, con la Ferrari che sembra tornata quella degli anni scorsi, non così si può dire per altri sport. Al di là del nuoto, con Nicolò Martinenghi, che a 22 anni ha vinto la medaglia d’oro nei 100 rana ai mondiali di nuoto di Budapest (anche se mancava il più forte in assoluto della specialità, il britannico Adam Peaty), non finisce di stupire Matteo Berrettini. Al ritorno dall’intervento ad una mano, la settimana scorsa ha vinto il Torneo di Stoccarda, ieri quello dei Queens di Londra, bissando quello dell’anno scorso. Entrambi sull’erba. Come Wimbledon, che inizierà la settimana prossima…..